IL PATTO DI COESIONE
CI ACCOMUNA UN ATTEGGIAMENTO MENTALE: TRA DI NOI CI RICONOSCIAMO IN QUANTO CON LA MENTE SIAMO GIA' PROIETTATI NEL FUTURO PER IL QUALE OPERIAMO.
LE ODIERNE DIFFICOLTA' E SCONFITTE NON SONO IL DECLINO MA GLI AVVERSARI CHE COMBATTIAMO NEL CUI DNA E' GIA' ISCRITTA LA LORO SICURA SCONFITTA.
Noi intendiamo perseguire e perseguiamo univocamente la politica sindacale che costruisce una nuova coesione sociale della nazione fondata sull'assegnazione della più ampia fiducia ai giovani.
Il cemento dell'unità nazionale che abbiamo ereditato dalla concertazione tradizionale, a partire dalla solidarietà nazionale per giungere ai più recenti patti sociali e per il lavoro è costituito da cointeressenze di privilegi tenute insieme per somma di corporazioni con grande potere di controllo al e dal vertice e che grazie ad una elite fortemente gerarchizzata riesce a riversarne i costi sulla spesa pubblica allargata.
Noi impastiamo una amalgama di bel altra e migliore qualità più adatta a cementare la nazione italiana nell'attuale contesto internazionale e continentale della nuova realtà nazionale dell'U.E., della competitività, della sfida tecnologica e della comunicazione, della innovazione e della finalizzazione della spesa pubblica.
La coesione sociale che noi andiamo costruendo si fonda sulla uguaglianza di opportunità tra i giovani, sulla libertà di intraprendere e di rischiare, sulla riduzione del costo dell'apparato pubblico e parapubblico, sul libero accesso al lavoro e sulla parità sostanziale dei lavoratori, senza che la qualità del datore di lavoro sia fonte di discriminazione tra essi, sulla concorrenza e sul merito.
Il legante di questo nuovo potentissimo cemento sono l'istruzione, la formazione e la ricerca, SONO QUESTE LE VERE PRIORITA' NAZIONALE per cui vale la pena chiedere e fare sacrifici.
UN PO' DI STORIA
La nuova coesione sociale è stata organicamente impostata per la prima volta quale
“APPELLO AGLI ITALIANI PER IL LIBERO LAVORO”
per rispondere e contrastare il rigurgito neocorporativo messo in atto dal Governo D'Alema con l'approvazione a Palazzo Chigi il 22 dicembre 1998 del Patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione.
Il 20 gennaio 1999 nel corso di una conferenza stampa nazionale in Bari il libero associazionismo di base presentò le proposte di riforma nella forma di PATTO DI COESIONE.
Nel febbraio successivo il periodico mensile di informazione locale della provincia brindisina in un apposito supplemento TERZO STATO, organo di stampa dei produttori, pubblicava il PATTO DI COESIONE (Terzo Stato, supplemento de L'Altra Informazione, numero 8/99, pagina 11).
All'iniziativa del Patto aderiva anche l'associazione dei Liberi Imprenditori Federalisti Europei (L.I.F.E.) con sede a Conegliano Veneto.
Tra la fine di gennaio e febbraio 1999 Marco Cappato e Benedetto Della Vedova coinvolsero i responsabili del Patto per contribuire a preparare l'Assemblea dei Mille (4-6 marzo 1999). In seguito, il 5 marzo il segretario del coordinamento dei Comitati Comunali M.A.B., Antonio de Franco, svolse la relazione introduttiva della II Sessione della Assemblea dei Mille dedicata alla libertà del lavoro e della impresa.
All'Assemblea dei Mille seguirono i referendum liberisti con gli esiti che tutti sappiamo e che misurò la scarsissima affidabilità delle dirigenze radicali sia rispetto alla lealtà verso la delega ricevuta dai cittadini, sia rispetto alla coerenza verso i valori predicati e sia rispetto alla loro capacità di svolgere una seria e concreta azione militante. I referendum furono vinti ma i vincitori, pur essendo maggioranza nel Paese, in persona di coloro che ricevettero la delega (i radicali) non verticalizzarono come doverosamente era necessario fare contro lo strumento dell'astensione per far saltare il quorum, che inspiegabilmente fu supinamente subita come fosse una malattia cronica incurabile e, anzi, i delegati attribuirono scioccamente la responsabilità dell'aborto dei referendum ai cittadini che non erano andati a votare anziché agire per ottenere l'abolizione del quorum.
Di seguito pubblichiamo il testo integrale del “PATTO DI COESIONE – controproposta del libero associazionismo dei produttori e dei cittadini al Patto Sociale per lo sviluppo e l'occupazione del 22/12/1998” la cui impostazione è ancora oggi attualissima e, per una idea del contesto in cui la redazione del Patto maturò, pubblichiamo i due articoli di presentazione del Patto quello a cura del Coordinamento dei Comitati Comunali MAB (il cui responsabile delle relazioni esterne era allora il prof. ing. Francesco Iurlaro) dal titolo “Patto sociale: eversione costituzionale” e quello a cura del segretario del coordinamento Antonio de Franco dal titolo “Contrastiamo il pericolo del Patto Sociale: INSIEME PER IL LIBERO LAVORO” e lo speciale (pubblicato quale supplemento) era epigrafato “APPELLO PER IL LIBERO LAVORO”.
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Documento: "PATTO DI COESIONE "
Articolo: "PATTO SOCIALE: EVERSIONE COSTITUZIONALE" a cura del Coordinamento dei Comitati Comunali M.A.B.
Articolo: "INSIEME PER IL LIBERO LAVORO" di Antonio de Franco, segretario del Coordinamento dei Comitati Comunali M.A.B.
Tabella: "CONFRONTO TRA IL PATTO SOCIALE E IL LIBERO LAVORO"
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